Le mie pubblicazioni

Il libro si occupa della motivazione umana nella prospettiva della psicologia evoluzionistica. La prima parte indaga su come il tema della motivazione si inserisce all’interno deldibattito attuale della disciplina. La seconda affronta l’argomento dei meccanismi psicologici vestigiali, cioè di quei dispositivi che la specie Homo Sapiens ha ereditato dalla preistoria e che non risultano più adattivi nel contesto attuale di vita della specie, considerato come habitat, ambiente antropico e moderna organizzazione della vita sociale e produttiva umana. In questa parte si propone per la prima volta una definizione sistemica di relitto-vestigio, utilizzando le conclusioni della linguistica storica. È in appendice a questa seconda parte che si situa – a titolo di casi-studio, la trattazione delle motivazioni attrattive – come la predilezione umana per i cibi grassi e dolci, la rapacità e la tendenza all’espansione illimitata – e quindi di quelle aversive quali la ofidiofobia, paura dei serpenti, e la disease avoidance, cioè l’emarginazione e il rifiuto delle persone malate o anziane.
Il libro raccoglie tre saggi dedicati ad altrettante questioni cruciali di clinica lacaniana e freudiana. Il filo conduttore è rappresentato dall’aspetto clinico, perché in ambito freudiano il trauma e il sogno sono due elementi cardine della pratica terapeutica, cui si aggiunge – in ambito lacaniano – il significante. Il primo dei tre saggi è dedicato proprio al significante e ambisce a rispondere in modo definitivo a una serie di questioni da tempo aperte: quali sono i rapporti tra la teoria lacaniana del significante e la teoria saussuriana? Ciò che Saussure ha scritto nel Cours ha in qualche modo autorizzato la definizione lacaniana di significante, oppure quest’ultima rimane eterodossa e del tutto estranea alle conclusioni della linguistica generale? Per quale motivo Lacan assegna al significante un ruolo preponderante rispetto al significato? Quali sono i legami tra la teoria lacaniana e quella freudiana in merito al significante e all’individuazione della struttura dell’inconscio?Il secondo lavoro tocca un ‘punctum dolens’ della pratica clinica quotidiana: il traumatismo psicologico e il suo rapporto con il reale. Il nodo della questione è l’origine del trauma stesso: è un’origine reale, storica, materiale, oppure è un’origine squisitamente intrapsichica? Per rispondere alla domanda ci immergeremo nell’evoluzione dei sistemi nosografico-descrittivi guidati dallo sviluppo del pensiero freudiano che originariamente propendeva per una eziologia reale o materiale del traumatismo psicologico, per evolvere poi verso una dimensione intrapsichica. Nella seconda parte del saggio questa dimensione intrapsichica vede a confronto Freud e Lacan su uno stesso tema, la Nachträglichkeit, che Lacan ribattezzerà, magistralmente, après-coup.L’ultimo dei tre saggi che compongono il libro è dedicato alla Traumdeutung, l’Interpretazione dei sogni di Freud, con il duplice obiettivo di ricostruire la struttura dell’opera comparandola con le rielaborazioni lacaniane del fantasma, del ‘matema’, del ruolo del complesso edipico. La Traumdeutung ebbe per Lacan un ruolo altrettanto determinante nello sviluppo del concetto di ‘significante’, come il saggio mette bene in evidenza. Ampio spazio è assegnato, infine, all’analisi del capitolo sesto da cui sono enucleati i fattori e i meccanismi che portano alla formazione e alla deformazione del sogno e che ancora oggi trovano ampia applicazione clinica. Per questa parte ho fatto ricorso ad ampie e frequenti citazioni dal testo freudiano per illustrare i concetti senza alterarli o sovrainterpretarli.